martedì 14 agosto 2012

Sulla libertà e l’ordine




Non esiste libertà senza ordine; vanno entrambi di pari passo. Se non riuscite ad avere ordine, non potete avere la libertà: sono inseparabili l’uno dall’altra. Se dite: “Farò quello che mi pare. Ar­riverò a tavola per mangiare quando vorrò; verrò a lezione quando mi andrà”, create disordine. Dovete prendere in considerazione ciò che vogliono gli altri. Per far procedere le cose in maniera ar­monica, dovete arrivare in orario. Se fossi arrivato con dieci minuti di ritardo questa mattina, vi avrei fatto aspettare. Quindi, devo prenderlo in considerazione. Devo pensare agli altri. Devo essere educato, rispettoso, interessato alle altre persone. Da questo rispet­to, da questa sollecitudine, da questa attenzione, sia esterna che in­teriore, viene l’ordine e con l’ordine arriva la libertà.
I soldati di tutto il mondo vengono addestrati ogni giorno, gli viene insegnato cosa fare, come marciare in riga, e loro obbediscono agli ordini, implicitamente, senza pensarci. Sapete che cosa cau­sa questo all’essere umano? Quando vi viene detto cosa fare, cosa pensare, a cosa obbedire, cosa seguire, sapete cosa vi causa? La vo­stra mente diventa ottusa, perde iniziativa, rapidità. L’imposizione della disciplina dall’esterno istupidisce la mente, vi obbliga a conformarvi, a imitare. Ma se vi disciplinate osservando, ascoltan­do, essendo rispettosi e molto solleciti, da questa attenzione, dall’ascolto, dal rispetto per gli altri, deriva l’ordine. Dove c’è ordi­ne, c’è sempre libertà. Se state gridando, chiacchierando, non riu­scite a sentire ciò che gli altri hanno da dirvi. Riuscite a sentire con chiarezza solamente quando sedete tranquillamente, quando prestate attenzione.

Né potete avere ordine se non siete liberi di osservare, se non siete liberi di ascoltare, se non siete liberi di essere rispettosi. Il problema della libertà e dell’ordine è tra i più difficili e pressanti della vita. È un problema molto complesso. Richiede una riflessio­ne maggiore di quella richiesta dalla matematica, dalla geografia o dalla storia. Se non siete veramente liberi, non potrete mai svilup­parvi, non potrete mai essere buoni, non potrà esserci bellezza. Se un uccello non è libero, non riesce a volare. Se il seme non è libe­ro di germogliare, di uscire dalla terra, non riesce a vivere. Ogni cosa deve avere libertà, compreso l’uomo. Gli esseri umani temono la libertà. Non vogliono la libertà. Gli uccelli, i fiumi, gli alberi, esigono tutti la libertà, e anche l’essere umano deve esigerla, non con mezze misure, ma completamente. La libertà, avere la possibi­lità, l’indipendenza di esprimere ciò che si pensa, di fare ciò che si vuole fare, è una delle cose più importanti della vita. Essere liberi dalla collera, dalla gelosia, dalla brutalità, dalla crudeltà – essere veramente liberi interiormente – è una delle cose più difficili e pericolose.

Non potete avere la libertà semplicemente perché l’avete chiesta. Non potete dire: “Sarò libero di fare ciò che vorrò”. Perché ci sono anche altre persone che vogliono essere libere, che vogliono espri­mere ciò che sentono, che vogliono fare ciò che desiderano. Tutti vogliono essere liberi e vogliono anche esprimere la collera, la bru­talità, l’ambizione, la competitività, e così via. Quindi, c’è sempre conflitto. Io voglio fare una cosa e voi volete farne un’altra, e così entriamo in contrasto. Libertà non significa fare ciò che si vuole, perché l’essere umano non può vivere per conto proprio. Neppure il monaco, neppure il sanyasi è libero di fare ciò che vuole, perché deve lottare per ciò che vuole, deve combattere con se stesso, deve discutere con se stesso. Ed essere liberi richiede un’enorme intelli­genza, sensibilità e comprensione. Ed è tuttavia necessario che ogni essere umano, quale che sia la sua cultura, sia libero. Come potete vedere, la libertà non può esistere senza ordine.
Studente: Vuole dire che per essere liberi non dovrebbe esserci disciplina?
Krishnamurti: Ho spiegato accuratamente che non potete avere libertà senza ordine, e l’ordine è disciplina. Non mi piace usare la parola disciplina perché è carica di ogni genere di significato. Di­sciplina vuol dire conformarsi, imitare, obbedire; vuol dire fare ciò che vi viene detto, non è vero? Ma, se volete essere liberi e gli esseri umani devono essere completamente liberi, altrimenti non possono svilupparsi, altrimenti non possono essere veri esseri uma­ni – dovete scoprire da soli cosa significa essere ordinati, puntua­li, gentili, generosi, senza timori. La scoperta di tutto ciò è discipli­na. E la disciplina fa nascere l’ordine. Per scoprire dovete esaminare, e per esaminare dovete essere liberi. Se siete rispettosi, attenti, se siete disposti ad ascoltare, allora, dato che siete liberi, sarete puntuali, verrete a lezione regolarmente, studierete, sarete talmente attivi da voler fare le cose nel modo giusto.
S.: Lei dice che la libertà è molto pericolosa per l’essere umano. Perché?
K.: Perché la libertà è pericolosa? Sapete cos’è la società?
S.: È un grande gruppo di persone che dice agli altri cosa fare e cosa non fare.
K.: È un grande gruppo di persone che vi dice cosa fare e cosa non fare. È anche la cultura, le usanze, le abitudini di una determi­nata comunità; la struttura sociale, morale, etica e religiosa in cui vive l’essere umano è generalmente chiamata società. Ora, se ogni individuo di questa società facesse ciò che gli pare, sarebbe un pe­ricolo per la società stessa. Se voi, qui a scuola, faceste ciò che vi pare, che succederebbe? Sareste un pericolo per il resto della scuola. Non sarebbe così? Perciò la gente non vuole in genere che gli altri siano liberi. Un uomo che è veramente libero, non nelle idee, ma interiormente libero dall’avidità, dall’ambizione, dall’invi­dia, dalla crudeltà, è considerato un pericolo per la gente, perché è completamente diverso dall’uomo comune. Quindi, o la società lo venera, o lo uccide oppure lo ignora.
S.: Lei ha detto che dobbiamo avere libertà e ordine, ma come facciamo a ottenerli?
K.: Innanzi tutto, non potete dipendere dagli altri, non potete aspettarvi che qualcuno vi dia la libertà e l’ordine, che sia vostro padre, vostra madre, vostro marito o il vostro insegnante. È una cosa che dovete far nascere in voi stessi. Questa è la prima cosa di cui rendervi conto: che al vostro prossimo non potete chiedere al­tro che cibo, vestiti e un riparo. Non potete assolutamente chiedere o contare su qualcuno, sui guru e sugli dei. Nessuno può darvi libertà e ordine. Quindi, dovete scoprire come creare ordine in voi stessi. Ossia, dovete osservare e scoprire da soli che significa far nascere la virtù dentro di voi. Sapete cos’è la virtù? È essere morali, buoni? La virtù è ordine. Dunque, dovete trovare in voi stessi il modo di essere buoni, di essere gentili, rispettosi. E a partire da questo rispetto, da questa attenzione, fate nascere l’ordine e, di conseguenza, la libertà. Voi dipendete dagli altri che vi dicono cosa dovreste fare, vi dicono che non dovreste guardare fuori della finestra, che dovreste essere puntuali, che dovreste essere gentili. Ma se voi doveste dire: “Guardo fuori della finestra quando voglio ma, quando studio, guardo il libro”, creereste ordine in voi stessi senza che siano gli altri a dirvelo.
S.: Che cosa si guadagna a essere liberi?
K.: Niente. Quando chiedete cosa ci si guadagna, state veramen­te pensando in termini utilitaristici, non è così? Farò questo e, in cambio, dammi qualcosa. Sono gentile con te perché ne traggo un vantaggio. Ma questa non è gentilezza. Finché pensiamo in termini utilitaristici, non c’è libertà. Se dite: “Se ottengo la libertà, sarò in grado di fare questo e quello”, non è libertà. Quindi, non pensate in termini di utilità. Finché pensiamo di usare qualcuno o qualco­sa, non è possibile nessuna libertà. La libertà può esistere solamen­te quando non ci sono motivi. Non amate qualcuno perché vi dà cibo, vestiti e riparo. Questo non è amore.

Nessun commento:

Posta un commento